(di Giovanna Rotondo Stuart)
5. La nuova Terra
Un gruppo, molto numeroso, di cui facevano
parte i genitori di Vegana, proveniente dall’Europa meridionale, scelse il sud
della Nuova Zelanda, South Island: una delle isole più grandi del mondo, la
dodicesima, tra le meno popolose, e vi s’insediarono. Un’ operazione di esodo
complessa e costosa. Ci vollero diversi anni, ma finalmente ce la fecero!
L’insediamento a South Island si svolse senza
incidenti con gli abitanti del luogo, né si ebbero mai, negli anni a
venire, manifestazioni di violenza o intolleranza. Il processo d’integrazione
fu spontaneo e condiviso.
Nell’arco di un decennio molti dei Carnivori
tra i nativi divennero Vegani o Vegetariani o Onnivori. Altri lasciarono
l’Isola del Sud e si spostarono all’isola del Nord, ritenendola più congeniale
al loro modo di essere. Vegetariani e Vegani di North Island, a loro volta, si
spostarono a South Island.
L’isola del Sud presto giunse ad avere un unico
governo composto da tre movimenti politici: I Vegetariani erano il gruppo
maggioritario, gli Onnivori, il secondo e i Vegani, il terzo, non molto
numeroso quest’ultimo gruppo, ma comunque ben inserito nelle politiche del
paese. Insieme decidevano e programmavano pacificamente il loro futuro.
Gli Onnivori rientravano in un programma voluto
e gestito da loro stessi, in cui si stabiliva la quantità di carne che avrebbero
ricevuto ogni mese, proveniente da bestie allevate e curate con attenzione. Non
si sentivano per nulla diversi, erano inseriti in un grande progetto che li legava
all’ambiente e alla terra. La loro scelta li gratificava e la difendevano con
convinzione e rigore.
Da subito, l’agricoltura e l’allevamento degli
animali per il consumo di latte o di uova, erano apparsi vitali per la
sopravvivenza del gruppo. Le mucche pascolavano e ruminavano com’era giusto che
facessero, il pollame viveva libero in recinti spaziosi, alla luce del sole,
non veniva ingozzato e si usavano mangimi del tutto naturali. Non esistevano
allevamenti o produzioni intensive. Si producevano vegetali in serra e fuori e
ogni tipo di cereale e leguminosa. Tutti contribuivano al benessere collettivo.
Anche gli studenti servivano nelle comunità agricole alcune ore al
giorno o alla settimana, secondo l’età e le necessità scolastiche.
C’era molta tolleranza e rispetto degli uni
verso gli altri. Il desiderio più grande dei nuovi abitanti era di uniformare
il paese in un tipo di sviluppo etico e sostenibile e perseguirlo.
Qualche anno dopo, la proposta di cambiare nome
all’isola che li ospitava fu accolta da tutti con entusiasmo; erano consapevoli
delle loro fatiche, questo li faceva sentire ancora più legati al luogo che
avevano scelto per vivere. Più di dieci milioni di cittadini di South Island
cercarono e votarono, con passione e convinzione, un nome nuovo per la nascita
della loro nuova nazione.
Finalmente non ci sarebbero state più
confusioni tra le due isole! North Island era la Nuova Zelanda insieme alle
isole minori intorno, South Island avrebbe avuto un nome nuovo: Vegana.
Vegana e Nuova Zelanda erano, da quel giorno,
due nazioni separate con usi e costumi diversi.
6. Andrew e Vegana
Vegana ricordava la sua infanzia: lei era stata
la prima nata della nuova terra e pur non conoscendo altre realtà, oltre
a quella in cui viveva, aveva vissuto la sua storia come un privilegio e voleva
essere all’altezza di quanto le avevano raccontato e di quanto aveva ricevuto.
Era stata una bimba dolce, tenera e affettuosa,
una meraviglia portarla in giro. Ascoltava qualsiasi storia con interesse e
faceva domande pertinenti. Era una brava scolara e crescendo era diventata
molto bella.
Andrew aveva visto Vegana per la prima volta a
una festa sportiva. Lei, allora, era una bimbetta di sei o sette anni. Lui ne
aveva una decina: era un ragazzo vivace e molto sveglio. A quel tempo le
ragazzine non lo interessavano più di tanto, tuttavia aveva provato simpatia
per quella bimba con le treccine, di aspetto esile e dolce e l’aveva salutata:
“Ciao… tu chi sei?” le aveva chiesto.
“Io sono Vegana e tu?”.
“Che buffo nome. Pensa se i miei genitori mi
avessero chiamato Vegetariano o Carnivoro” rispose lui ridendo.
“A me piace molto” rispose lei, per nulla
offesa, “sono la prima bambina nata su questa terra, tra quelli che sono venuti
dalla lontana Europa, alcuni anni fa”.
“Immaginavo. Ciao, devo andare, ci vedremo
prima o poi”.
“… non mi hai detto come ti chiami”
“Andrew”.
Era passato circa un anno da quel giorno quando
Andrew, che si era recato in una fattoria con i suoi genitori, vi trovò la
stessa bimba che aveva incontrato alle gare sportive, la riconobbe subito:
“Ma io ti conosco” le disse, fermandosi a
guardarla, “tu sei Vegana. Come stai? Hai incominciato a mangiare carne?”
“No,” rispose lei, arrossendo, si sentiva un
poco presa in giro da quel ragazzo dall’aria simpatica e scanzonata di cui si
ricordava vagamente.
“Che cosa stai facendo” gli chiese lui, non
aspettandosi risposta.
“Sono qui con Celestino, il mio caprone”
rispose lei seria.
“E com’è che l’hai chiamato Celestino?”
“Dal colore dei suoi occhi”.
“Oh, vero… e stai qui con lui?”
“Gli faccio un poco compagnia”. rispose lei
sorridendo.
“Sei buffa, ma il caprone è simpatico, chissà quante
storie vorrebbe raccontarti”. Disse, e si chinò a a baciarla sui capelli,
andandosene.
S’incontrarono per caso un paio di volte ancora
e c’era sempre una battuta spiritosa da parte di Andrew:
“Come sta Celestino, il tuo caprone?” le chiese
un giorno. “Ha imparato a parlare?”
“No, ma sorride quando mi vede” gli rispose lei
convinta.
Finché un giorno si trovarono a
frequentare la stessa scuola:
“Ciao Vegana, ti chiami ancora Vegana, vero?”
le chiese Andrew sorridendo.
“Sì, certo” rispose lei seria, “quello è il mio
nome e mi piace sempre”.
“Devo dire che piace anche a me”. disse lui e
la bacio su una guancia. “E mi piaci anche tu, ci vediamo…”.
Da quel giorno si videro spesso, frequentavano
lo stesso Istituto in classi diverse: lei era all’inizio, lui quasi alla fine
del ciclo di studi. Quando s’incontravano, si fermavano a salutarsi o, se erano
in strada, camminavano insieme per un tratto, chiacchierando contenti e
spensierati.
Un sentimento profondo li univa, e, pur non
avendone mai parlato, sapevano che sarebbe stato per sempre.
Quando per Andrew arrivò il tempo di andare
all’università, aveva
deciso di studiare medicina, le disse: “Ci sposeremo appena avrò finito, o
quando tu vorrai e spero che lo vorrai, non potrei vivere altrimenti. Ho capito
che sei l’altra metà della mia vita la seconda volta che ti ho visto
insieme al caprone Celestino. Puoi portarlo a vivere con noi, se vuoi”.
Andrew diceva le verità più profonde nel modo più
semplice possibile, ma lui era così e Vegana lo sapeva.
7. Vegana
Andrew e Vegana giungono al loro ristorante, un
luogo tranquillo, tra gli alberi.
“Andrew, ci sediamo in giardino, va bene?”
“Sì, beviamo qualcosa, prima di cenare?”
“Volentieri. Ordina ciò che vuoi. Mi va bene
tutto, soprattutto dell’acqua!”
Andrew ride e le accarezza lievemente i lunghi
capelli biondi. La guarda e le parla con grandissimo affetto e molto riguardo.
“Raccontami l’esodo della tua famiglia. Ogni
tanto ne parliamo, ma non nei particolari! Oggi è un giorno speciale per tutti
noi”, dice.
“La nostra storia fa parte della Storia, ormai.
Mio padre e mio nonno son venuti prima, insieme ad altri, a esplorare e
preparare il terreno, vedere come si sarebbero potute trasportare tante persone
e metterle insieme in nuove comunità”.
“Direi che furono addirittura geniali. Mi
chiedo come fecero a spostare, nutrire e organizzare il lavoro in comunità così
numerose e costruire tutto?”, la interrompe Andrew.
“Sì, dovettero pensare al lavoro, alla scuola,
vivere intanto che si costruiva, si coltivava e si creava lavoro. Parlare con
le Istituzioni del luogo. Scelsero South Island per i loro insediamenti. La maggior
parte della popolazione viveva a North Island perché il clima è più favorevole”.
“La loro fortuna fu che il governo di allora
aveva capito la situazione. Il deterioramento mondiale era sotto gli occhi di
tutti!” continua lui.
Già nei libri di testo si
raccontava la storia di quel meraviglioso esodo! A quei tempi La Nuova Zelanda
era una nazione quasi defilata, ma non lo sarebbe rimasta per molto. Il Governo
di allora ebbe il merito di capire che poteva diventare un’opportunità per il
paese, accogliere le comunità vegetariane e vegane,
aiutando i richiedenti asilo con facilitazioni di ordine burocratico e promesse
di collaborazione per il futuro.
Andrew ascolta incantato le parole di Vegana,
come sempre. Anche lui si sentiva orgoglioso della sua appartenenza alla
comunità:
“Oggi assistiamo alla nascita di Vegana, South
Island non esiste più. Molti sono diventati convinti Vegetariani e continuano a
diventarlo. La storia è andata a pennello: la Nuova Zelanda è a Nord. Qui siamo
a Vegana! Un Nuovo Mondo! Incredibile!” esclama convinto
“Era il 2023 quando mio nonno venne qui la
prima volta! Da bambina mi portava sulla sua jeep a visitare le città:
quelle già esistenti
e quelle che si erano formate o si stavano formando”.
“Lui ebbe un grande ruolo, lo si può
considerare il padre di questa Nuova Terra!” le fa eco Andrew.
“Anche la nonna ebbe il suo ruolo. Volle la
cittadella ospedaliera, quella in cui tu lavori. Il nonno era un architetto
all’avanguardia, contribuì molto alla creazione delle nuove comunità: “Vedi, qui c’era un grande allevamento di ovini; offrimmo
all’impresa un prezzo alto per comprare quest’area e li convincemmo a
trasferirsi a Nord con il loro lavoro” mi raccontava. “Abbiamo cercato di fare
delle belle case, autosufficienti, con materiali ecologici. Abbiamo sempre
costruito scuole, centri di comunicazioni, biblioteche virtuali e cartacee. Ci
siamo inventanti anche delle industrie”.
Lui era un fervente urbanista e credeva nella città ideale, non amava le
interminabili periferie squallide e invivibili: riteneva il contatto con la
natura inalienabile”.
“Mi ricorda vagamente l’esperienza dei Kibbuts
Israeliani di un secolo fa”, mormora Andrew, quasi a se stesso.
“Sì, all’inizio dovevano dividere tutto. Era
inevitabile, non sarebbero sopravvissuti, altrimenti. Verso il Sud della Nuova
Zelanda ci fu un movimento consistente ed organizzato, ma anche il Nord
dell’Australia ebbe un importante insediamento, in quegli anni. E uno
grandissimo in Mongolia, la grande e sterminata Mongolia, mi incuriosisce sapere
come sono riusciti a sopravvivere lontani da tutto, dovremmo visitarli. Ci
andremo, spero, dopo aver completato il mio dottorato a Harvard”.
“Sì, sono nate intere città, soprattutto in questo
continente, ma anche in Mongolia. Probabilmente erano i luoghi più idonei”.
“Scelsero paesi con vaste superfici e clima
accettabile, sempre vicino a fonti d’acqua. A Vegana non c’erano più di tre
milioni di abitanti, allora. Siamo diventati circa dieci, per una superficie
molto vasta, più di 150 mila metri quadri!”
“Quando ci sposiamo?” chiede Andrew e aggiunge
divertito:
“Mi rendo conto che come Onnivoro non godo i
favori della tua famiglia, ma sono pronto a qualsiasi metamorfosi pur di
sposarti”.
Vegana ride:
“Quasi Giulietta e Romeo! Il problema non si
pone, si pone quello dell’etica e del rispetto di tutte le creature viventi.
Noi non siamo gli unici “sapiens” del pianeta, tutti gli animali hanno, come
gli esseri umani il feeling dell’amore, pensa ai mammiferi”.
“Io sono un mammifero e ti amo. Se vuoi
libererò tutte le mucche e i ruminanti del mondo per te. I tuoi desideri sono i
miei”.
“Non scherzare. Presto partirò per completare i
miei studi in Antropologia, lo sai. Ho ricevuto un invito dall’Università di
Harvard, Usa. Dovrò studiare molto e fare ricerca. Non ti ho mai nascosto
nulla”, risponde Vegana con quel suo modo fermo e appassionato, “e vorrei tanto
che tu venissi con me”.
“Lo so. Ma spero sempre. Harvard è molto
distante, ignota, fredda. Un luogo affollato. Lontano. Difficile venire, ma…
verrò! Qui siamo in una piccola oasi, la vita nel resto del mondo sta
diventando sempre più pericolosa, invivibile”.
“Ma è una
Università prestigiosa!
Ho questo desiderio di vedere e fare. Tornerò se troverò un clima soffocante.
Se riuscirai ad abbandonare i tuoi amati pazienti, viaggeremo insieme. Sarà bello.”
“Quando?”.
“Fra qualche giorno. Dovrò partire fra un paio
di settimane. Non voglio lasciarti, ma potremmo sposarci con una cerimonia
semplice e tu potresti venire con me, o raggiungermi appena avrai sbrigato i problemi
burocratici. E lavorare intanto che io studio, sai bene che non avresti
problemi professionali”.
“Ti ringrazio, lasciami riflettere fino a
domani, vuoi?” ma sa che non potrà lasciarla.
Le prende la mano e gliel’accarezza. Stanno in
silenzio per qualche minuto, uniti da una grande affinità intellettuale e
sentimentale.
Di li a poco, voci e rumori li distolgono dai
loro pensieri. Una confusione improvvisa e insolita per quei luoghi. Tra gli
alberi, nella strada tranquilla fino a pochi minuti prima, s’intravede un
gruppo di ragazzotti urlanti: forse stranieri, forse ubriachi. Gridano,
lanciano oggetti, urlano parole minacciose, sparano.
Qualcosa colpisce Vegana alla nuca…
violentemente. Lei rimane immobile, i suoi meravigliosi occhi stupefatti.
Andrew si alza di scatto, la prende tra le braccia, la solleva piano, con
estrema cura, come si fa con un bimbo che dorme, appoggia il viso sulla sua
spalla e la stringe a sé con tenerezza infinita, disperato.
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