(di Giovanna Ungaro de Montejaisi)
Tutti abbiamo un
amico super, ma in pochi sappiamo di averlo. Infatti se ne sta bello
invisibile, al di là delle nostre finestre sensorie, che sono tarate sulla
materia, mentre lui materiale non è.
Non si
tratta di un essere esterno, tipo angelo custode, ma di una parte di noi,
accantonata dalla cultura ufficiale, che per secoli ha ritenuto (utilmente)
vero solo quanto dimostrabile e tangibile. Da tempo però la non visibilità è stata sdoganata dalla scienza: nessuno ha
mai visto un campo magnetico, né un atomo e nemmeno gli impulsi che attivano la
tecnologia digitale da cui siamo sempre più dipendenti, eppure ne accetta
l'esistenza, perché è stata dimostrata!
Tutto
è energia a diversa frequenza; più questa si alza e più la “consistenza” si
alleggerisce fino a sfuggire alla vista. E nel mondo delle frequenze altre le
leggi della meccanica sono sostituite da quelle della fisica quantistica:
niente più spazio tempo e tangibilità, ma tutto in contemporanea, non importa a
quale distanza e senza apparente rapporto tra i soggetti (tipo una telefonata o
una mail).
Molto prima di essere riscoperti dalla scienza moderna,
concetti come “il vuoto è pieno e il pieno è vuoto” oppure “l'energia sottile
permea l'esistente” era adombrato in vari insegnamenti filosofici e religiosi.
Ricordate la parabola della cruna dell'ago nei Vangeli? La
similitudine del cammello voleva esemplificare l'esistenza di un’energia talmente sottile da poter passare ovunque e
tutto poter compenetrare.
Quindi che questo
amico fedele (fedele perché non ci abbandona mai dalla nascita alla morte) sia
evanescente non dovrebbe rappresentare un problema; si esprime in una
dimensione superiore, tutto qui. Tale dimensione “sottile” non ci é preclusa
perché ci integra, ne siamo formati ed è raggiungibile alzando la nostra di
frequenza, come una radio che cambia banda di
ricezione e sintonia.
Per generazioni questo innalzamento è stato caldeggiato
dalle varie religioni con un pacchetto di istruzioni di fondo, mentre la
consapevolezza del fenomeno e parte dei suoi effetti è stato appannaggio
esclusivo dei cosiddetti iniziati, all'interno delle classi sacerdotali, o
all'esterno, in consorterie di varia natura, maghi compresi.
Tutte “le scale verso il cielo” citate nei testi sacri e
adombrate anche in pali, totem, alberi (compresi quelli di natale all'origine)
e simboli (come le ali intorno al caduceo che vedete spesso quale logo delle
farmacie) si riferivano ad un cammino di ascesa e alla possibilità di “volare”,
cioè di “salire”. Verso qualcosa che sta molto prima dell'empireo cielo, in
quella sorta di atmosfera personale (non terrestre) percorsa da flussi di
energia invece che dal vento, il MetT,
appunto.
Esso
rende possibile il legame corpo/mente e anima, altrimenti troppo distanti per
interagire (e chissà perché nessuno sembra averci pensato); l'ho ri-nominato MetT, per non
sovrapporlo ai tanti nomi e significati che ha ricevuto nell'arco dei millenni come shen, pneuma, merkaba,
spirito, eccetera. L'ho ri-scoperto (senza cercarlo e senza nemmeno
presumerne l'esistenza), studiato e sperimentato per venti anni silenziosi ed
entusiasmanti; indispensabili per assestare il sistema e per fruirne
direttamente (sinora mi ha permesso di superare problemi fisici imponenti, fra
cui due operazioni di cancro al seno) e indirettamente su un consistente numero
di persone; è proprio questa lunga esperienza a consentirmi di proporne un
quadro d'insieme assai più ampio di quanto oggi noto a una mini-minoranza di
persone (per cogliere l'ampiezza di una nuova mappa del territorio
interiore bisognerebbe conoscerne i confini precedenti).
Per
divulgare questo intero che ci compone ho scritto sinora due testi “IL
MEDIATORE. IL PONTE DIMENTICATO TRA ANIMA E CORPO” e “AMICO METT”,
tengo conferenze, incontri pubblici e privati, workshops e - da qualche mese,
per ovviare ai periodi di assenza forzata - ho in rete un blog di
accompagnamento, amicomett.com.
Vi si
trovano tematiche e aneddoti: brevi storie insolite che toccano situazioni
limite, causate da fenomeni che si verificano sempre più spesso e che possono
essere spiegati alla luce del sistema MetT.
Pensate all’empatia, alla telepatia, alla preveggenza,
alla psicovisione, alla medianità; si tratta di sensi interni, comuni a tutti
(anche se non sembra), perché parte del kit natale non biologico.
Divenire
consapevoli del proprio intero e dei motivi per cui qualcosa accade non è un
mero fatto culturale: infatti, fra i tanti effetti, svapora la paura
dell'ignoto - che tale spesso non è - aiuta a ritrovare capacità inaspettate e
facilita il raggiungere i propri obiettivi.
L'amica
Mimma Zuffi mi ha offerto di condividere alcuni post sul suo Sognaparole
“per vedere l'effetto che fa”. Che dire? Grazie e buona lettura. Sottolineo ancora
un aspetto: il mio non è un invito a creder(mi), ma una risorsa per ricordare.
POST SCRIPTUM
Ho
scritto qualche riga in più per chi fosse interessato, infatti perchè la tavola
pitagorica sia chiara bisogna conoscere i numeri (e mi fermo qui per non
ammazzare l'analogia).
Il
sistema dei corpi sottili, probabilmente noto in epoca protostorica, cioè
precedente al 10.000 a.C., è stato preservato (in parte) come scienza dello
spirito dalle classi sacerdotali antiche, dalle
chiese mistiche, da alcune filosofie orientali e dallo sciamanesimo; è arrivato
sino al '900 mutilato da tanti passaggi e da finalità non sempre spirituali,
basti citare lo gnosticismo, l'esoterismo, l'occultismo, la magia, la teurgia
ecc.; è stato rivisitato dalla teosofia, dall'antroposofia, spesso ibridato
dalle facilonerie new age, che però ha aperto la strada alle ricerche (seppur
parcellari) degli ultimi anni.
Ogni
scuola di pensiero ha studiato e sperimentato metodi diversificati per
connettersi a questo “altro”, come la preghiera, la meditazione, lo yoga, le
arti marziali, la danza sacra, la musica, la respirazione eccetera.
Questo
“altro” che ho rinominato MetT
custodisce una dotazione importante di capacità, chiamate sensi
interni o facoltà dell'anima: sono empatia, chiaroveggenza, chiarudienza, tatto, olfatto e
gusto eterici, medianità, bibliomanzia, telepatia, radiestesia, precognizione,
retrocognizione recente e remota, psicometria, telecinesi, levitazione, viaggi
astrali, visione microscopica, telediagnosi, televeggenza, teleterapia,
taumaturgia e, non ultimi… pensiero superiore, intuizione e coscienza (secoli
prima di Cristo l’indiano Patanjali le aveva chiamate siddhi e ne aveva
elencate più di 100. I rinpoche tibetani, che a livello di gerarchia
equivalgono ai cardinali cristiani, per diventare tali devono dimostrare di
possedere almeno cinque di queste facoltà).
Prima o poi tutti ne
sperimentano qualcuna, pur senza essere il gran sacerdote nel Nabucco “Del
futuro nel buio discerno”: mai sognato una persona cara sofferente e scoperto
che lo era davvero e proprio a quell’ora? Telepatia! Mai scelto un libro su uno
scaffale sapendo di trovarvi una certa risposta? Bibliomanzia! Mai presentito
qualcosa di tragico che stava per accadere in famiglia? Preveggenza! Mai
sentito delle certezze interiori che si imponevano contro ogni prova contraria?
Intuizione!
Si tratta di
capacità potenziali, ricevute in dotazione insieme al colore della pelle, alle
impronte digitali, al DNA e ai sensi esterni; ma restano represse o emergono
random fino a che una persona non cominci a trasformarsi in meglio. Solo allora
la frequenza individuale si innalza e il soggetto può connettersi con quella
parte di sé che vibra in dimensioni non materiali (la sambhogakaya per gli
hindu).
Quanti patiscono
perché non riescono ad esprimere le qualità che sanno di avere? Non sono degli illusi che presumono troppo da sé, sono degli
smemorati che presumono… troppo poco!
Nel
secolo passato alcune
capacità sono state praticate, provocate e studiate nell’ambito degli stati
alterati di coscienza, ma possono coesistere tranquillamente coi cinque sensi
(ed ampliarli) senza dover andare in trance o in palla, o essere dei cavalieri
Jedi; attualmente sono approfondite
nell’ambito della psicotronica, soprattutto in Russia e negli USA. In
ogni caso, non pensiate che siano utilizzabili tutte e sempre, 24 ore su 24
come un call center (e se qualcuno, gloriandosi, sostenesse il contrario
mentirebbe sapendo di mentire: una radio non capta tutte le stazioni
contemporaneamente ed un cantante lirico non emette insieme tutte le note della
scala musicale!). Entrare in sintonia col regno sottile attiva -in automatico-
la modalità di approccio più appropriata alla situazione su cui intervenire,
che sia medianità, chiaroveggenza o altro.
‘Situazione su cui intervenire’ perché i sensi interni, una
volta posti in espansione, andrebbero messi al servizio degli altri. Infine, ultimo ma
non ultimo, i sensi interni saranno il nostro modo di percepire… dopo il
trapasso. Infatti, quali caratteristiche dell’anima, che non è mortale, la
accompagneranno sempre. Con memorie nuove.
Nel
coltivare prima tali attitudini si potrebbe stare meglio dopo ed
ottimizzare il rapporto con ‘la nera signora’. Se tutto è energia, le forme che
l’esistenza assume non si annichiliscono, si trasformano.
E
come introduzione all'argomento penso possa bastare.
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