(a cura di Mimma Zuffi)
William Finnegan vince il Premio Pulitzer 2016 nella categoria memoir con Giorni selvaggi. Una vita sulle onde (titolo originale: Barbarian Days. A Surfing Life), in uscita a giugno per 66thand2nd nella collana Vite inattese. Cresciuto in California e poi alle Hawaii; Finnegan si è appassionato al surf sin da bambino. Giorni selvaggi è la storia di una vita trascorsa a inseguire le onde più belle nei cinque continenti, dalla Polinesia all’Australia, da Madeira al Sud Africa, dalle Fiji al Perù. È il diario di un’ossessione, uno straordinario romanzo d’avventure, e infine un viaggio iniziatico nei segreti di un’arte esatta – il surf –, la chiave per esplorare la vita.
Thad Zidkowski del New York Times scrive che, prima di William Finnegan, nessuno era riuscito a far incontrare surf e letteratura con la stessa maestria: "L'onda e l'uomo sul surf sono senza tempo. Perchè cavalcare le onde è un misterioso culto pagano, dopotutto".
La vittoria del Pulitzer aggiunge un altro prestigioso tassello alla collana Vite inattese, in cui Willliam Finnegan verrà pubblicato in giugno insieme a autori iconici, beniamini del pubblico e grandi campioni dello sport: Eddie Merckx, Marco Pastonesi, Ayrton Senna, Claudio Gregori, Michael Jordan, Socrates, Giorgio Terruzzi, Marco Pantani, Lorenzo Iervolino, Roland Lazenby, Gino Bartali, Marshall Jon Fisher, Aili e Andres McConnon, in uno sprint in cui tutti siamo campioni.
William Finnegan (1952) collabora con il «New Yorker», con «Harper’s» e «The New York Review of Books». Ha scritto numerosi reportage su zone e temi sensibili del pianeta: i conflitti «invisibili» in Sudan e Mozambico, l’apartheid, la guerra per l’acqua, l’immigrazione clandestina in Arizona, i cartelli della droga in Messico. Appena può, continua a cercare l'onda.
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