recensione di Francesca Altobelli
Per la prima volta
in Italia, dopo più di cinquanta anni dalla prima pubblicazione, esce, grazie
all'editore 66than2nd, "Un Irlandese in America" di Brendan Behan,
con le illustrazioni di Peter Hogarth.
Il libro è una sorta di diario, una raccolta di annotazioni e
impressioni che Behan ha di New York dopo esservi approdato, nel 1960, per la
messa in scena della sua opera più importante: "The Hostage". La
città lo conquista, lo sorprende e lo affascina. Piena di contraddizioni, con i
poveri e reietti ai margini ma anche ricca di opportunità, di occasioni di
redenzione, di cambiamento o di totale e inesorabile abbandono.
Visita i quartieri più importanti: Manhattan, Chinatown, Coney Island, Harlem, Chelsea, Green Village e poi, soprattutto, Staten Island, in cui vive parte della sua famiglia emigrata dall'Irlanda.
Visita i quartieri più importanti: Manhattan, Chinatown, Coney Island, Harlem, Chelsea, Green Village e poi, soprattutto, Staten Island, in cui vive parte della sua famiglia emigrata dall'Irlanda.
Una sezione del libro è poi infatti privata, dedicata alla corrispondenza epistolare tra chi dei suoi
familiari ha scoperto in America la rinascita e
le potenzialità per un riscatto e chi ha ceduto alla nostalgia e non ha potuto
che tornare in patria. I riferimenti alla terra natia sono costanti, spesso
fatti con ironia e sarcasmo, ma anche pieni di amore e passione, con sottili
battute sui caratteri opposti degli irlandesi "americanizzati" e
quelli che mai rinunceranno alla caparbietà della propria terra. L'occhio
osservatore è sempre acuto, dissacrante e profondo. L'andare di quartiere in quartiere
e di bar in bar è l'occasione non solo per farci conoscere con altri occhi una
città straordinaria, ma anche per farci riflettere su temi mai banali: le
marcate disuguaglianze sociali, economiche e di genere, il razzismo,
l'omosessualità. Behan è stato un personaggio atipico e sempre controcorrente.
Fin da ragazzino è stato frequentatore di carceri e accanito bevitore,
arrestato più volte e militante dell'Ira prima di esserne espulso. Quando
sbarca a New York nel 1960, accolto con entusiasmo, era
già molto noto per le sue opere ma anche per la condotta dissoluta e
l'estrema generosità. Benvoluto da tutti, il suo peregrinare nella Grande Mela
è accompagnato da personaggi, scrittori e artisti che lo conducono nei posti
più splendidi, ma anche più torbidi senza che ci sia un distacco apparente tra
le due atmosfere. A impreziosire il tutto contribuiscono significativamente le raffinate ed eleganti illustrazioni in bianco e nero
di Hogarth. Parole e ritratti ci danno un' immagine originale e senza tempo di una delle più affascinanti città del mondo.
Brendan Beahn (note
biografiche sull'autore)
Behan è nato a
Dublino nel 1923 e nella stessa città è morto a soli 41 anni, nel 1964, a causa
di conseguenze legate al suo forte alcoolismo. É autore di un libro
autobiografico sulla vita in carcere, "Ragazzo del Borstal" e di
alcune opere teatrali, nonchè di alcuni Talk book, quali "Un Irlandese in America".
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